Fino a qualche tempo fa non erano una soluzione molto diffusa in Italia, o almeno non al di fuori di particolari ambiti come l’edilizia d’emergenza o quella industriale. Oggi gli edifici prefabbricati sono sempre più comuni, invece, spesso adottati anche a uso civile o ricettivo per esempio. Con il tempo ci si è resi conto, infatti, che nulla avevano da invidiare agli edifici tradizionali in muratura: qui di seguito proveremo, seppur brevemente, a capire perché.

Perché gli edifici prefabbricati sono un’ottima alternativa all’edilizia in muratura

A partire dal fattore sicurezza. Se di buona qualità e realizzati in rispetto delle vigenti normative sulle costruzioni, infatti, gli edifici prefabbricati sono perfettamente resistenti a sismi, incendi e altre calamità naturali. Non a caso, come già si accennava, per lungo tempo sono stati utilizzati soprattutto per l’edilizia di emergenza – tanto che quando si parla di prefabbricati la prima immagine che potrebbe venire in mente è quella di case, scuole, infermerie per sfollati durante un sisma – e comunque, anche al di fuori di casi come questi, gli edifici prefabbricati rimangono decisamente più comuni nel paesaggio edilizio di realtà, come quella americana per esempio, in cui eventi atmosferici di grande portata (tornado, uragani, eccetera) sono più frequenti e hanno influenzato l’architettura.

Con le città che provano a essere sempre più sostenibili, però, gli edifici prefabbricati risultano ideali almeno per altri due aspetti. Anche aziende storiche del settore che producono per antonomasia come C.M.C.2.0 prefabbricati in cemento armato hanno cominciato, infatti, a sperimentare nel tempo con materiali a minor impatto ambientale o che abbiano un ciclo di vita rinnovabile. Sempre in tema di sostenibilità, tra l’altro, andrebbe tenuto conto che gli edifici di questo tipo, se si inseriscono tra uno strato e l’altro degli appositi materiali isolanti, risultano più performanti anche e soprattutto da un punto di vista dell’isolamento termico: semplificando molto, mantenendo meglio la temperatura non richiedono di essere riscaldati o raffreddati eccessivamente e ciò taglia i consumi elettrici o di gas eccessivi che, oltre che alle tasche del proprietario di casa, fanno male all’ambiente.

Senza contare, per di più, che anche residui e materiale di scarto di un cantiere per la messa in posa di un edificio prefabbricato sono particolarmente esigui rispetto a quelli di un cantiere tradizionale. Per rimanere in tema di cantieri, andrebbe sottolineato tra l’altro che quando si parla di prefabbricati si parla, sì, di soluzioni chiavi in mano per l’edilizia privata o pubblica (e cioè di unità abitative, scuole, bagni pubblici, stazioni in moduli prefabbricati) ma anche di singoli elementi costruttivi (travi, pilastri, soffitti) che possono essere prefabbricati e non realizzati ex novo. Quando si opta per soluzioni di questo tipo è, in genere, per velocizzare i tempi di chiusura del cantiere o per rendere più veloci anche una serie di operazioni per cui può andar bene fare ricorso, appunto, a soluzioni standard e modulabili e, ancora, per risparmiare un po’ sui costi della realizzazione dell’opera edilizia.

Va da sé che, oltre al rispetto delle norme e dei più alti standard previsti in materia, quando si vuole optare per degli edifici prefabbricati (in legno, in cemento armato, eccetera) è essenziale, però, puntare a qualità dei materiali e buon nome ed esperienza di chi li ha realizzati.

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