L’ex giocatore bianco nero sempre attivo e criticato anche fuori dal campo

Bendtner ha fatto parlare di sè durante la sua carriera calcistica, soprattutto per il suo atteggiamento sopra le righe. È rimasto un anno in prestito nella squadra, con undici presenze e zero gol, ma collezionando una serie di infortuni, che hanno spinto gli altri giocatori bianconeri a rimandarlo all Arsenal, finito il periodo di prestito. Il giocatore, anche al di fuori del calcio, è sempre stata una persona che ha fatto discutere riguardo il suo comportamento. Molte donne frequentate, alcool e problemi con la giustizia, è stato intervistato dai microfoni della BBC per raccontare i retroscena delle sue dipendenze.

Infortuni senza l’adrenalina cercata

L’ex giocatore ha affermato che non riusciva a trovare l’adrenalina che gli serviva, quella che solo giocare davanti a 60mila persone poteva dargli. Solo al casinò si sarebbe sentito così competitivo. L’adrenalina aumentava se era alta la posta in gioco. Racconta di quella volta che era sotto di 400mila sterline e di come sia riuscito poi a riprendersi, e a fine serata ne aveva perse solo 20mila. Sul campo, solo un sacco di infortuni e le sue presenze condite da due assist.

La sua dipendenza e la sua rovina

Continua ricordando il periodo come una brutta parentesi della sua storia calcistica. Sicuramente il fatto di aver usato male il cervello ha influito male nella sua carriera. Ci ha pensato bene una volta tornato in hotel e poi a casa, capendo che era arrivata la fine delle sue nottate a scommettere. Lui in realtà non voleva essere soltanto un altro giocatore che aveva perso tutti quanti i suoi soldi perché non aveva usato bene la testa, finendo a spenderli tutti. Solo tornare alle sue radici pare l’abbia salvato. Se non avesse mai avuto quel momento di realizzazione, probabilmente non si sarebbe salvato. Il suo destino è quello di anche molti altri giocatori di calcio e atleti. Non saper amministrare adeguatamente le proprie finanze, sentendo il peso dei propri contratti milionari. Una deleteria dipendenza nel mondo dello sport. Un vizio che gli ha compromesso tutto. Compresa la sua carriera calcistica.

Una carriera non proprio brillante: ma lascerà davvero il mondo del calcio?

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A 33 anni, l’attaccante danese si è ritirato ufficialmente dal calcio. Calcisticamente parlando, è cresciuto nell’ambiente giovanile dell’Arsenal. Una parentesi infelice quella con la Juventus, per poi appendere le scarpette al chiodo. Nei suoi progetti c’è la volontà di rimanere nel calcio, magari come allenatore. Nonostante non avesse fatto molte prodezze negli ultimi dieci anni in campo, ha anche vinto. Nel 2013 uno scudetto con la Juventus. Qui ha giocato ben nove partite, ma ha lasciato il segno solo in quanto definizione ideale di “bidone” calcistico. Ma verrà sicuramente ricordato più per i suoi episodi non proprio allegri, come la rissa avvenuta in campo con il compagno di squadra ai tempi dell’Arsenal, e altre cose che non lo hanno ben caratterizzato. Esempio di come per quanto puoi essere preparato, se non usi la testa in campo, non potrà di certo portarti a livelli alti e soprattutto a buone considerazioni.

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