Se sei arrivato su questa pagina hai necessità di avere informazioni sulla catena di deflusso delle acque meteoriche. In sostanza si tratta di uno strumento che si rende necessario nel momento in cui si deve trovare una soluzione valida allo smaltimento dell’acqua piovana: in particolare ha il ruolo molto importante di allontanamento delle acque che ricadono sul tetto fino a terra, nella maniera più naturale possibile. Questo significa il mancato utilizzo del sistema fognario con tutto ciò che ne consegue in termini di evitati intasamenti e migliore distribuzione dell’acqua nel terreno. In definitiva è l’alternativa migliore al tubo pluviale e, in alcune circostanze, rappresenta un elemento migliorativo anche a livello estetico. Andiamo ad esaminare le caratteristiche di questo elemento accessorio e le situazioni in cui ne è caldamente consigliato l’utilizzo.

Catena di deflusso: un po’ di storia

Sebbene in alcune zone d’Italia sia presente da molti anni, la catena di deflusso ha un’origine orientale: è infatti stata creata per la prima volta in Giappone come uno degli elementi più tipici delle case con giardino dette Minka. Questa strumento aveva e mantiene ancora oggi una natura funzionale, per la conduzione e l’incanalamento della pioggia, ma anche estetica, visto che funge da vera e propria decorazione del tetto della casa, denominato Yane.

In quella che viene definita la progettazione Zen, la catena di deflusso ha un ruolo molto importante: si fa infatti preferire al tubo pluviale proprio in virtù del fatto che quando l’acqua scorre lungo la catena produce quel meraviglioso suono della pioggia che scende dolcemente a cascata, con la conseguente sensazione di relax che regala.

Perché e quando usare una catena di deflusso

Come si accennava in precedenza, ci sono situazioni specifiche in cui la catena di deflusso rappresenta la migliore alternativa possibile per risolvere i problemi di gestione delle acque meteoriche. In particolare possiamo riscontrare almeno 4 motivi o scenari possibili in cui questa è di fatto la scelta da fare:

  • manutenzione: rispetto ad un normale tubo di discesa, la catena di deflusso ha molto meno necessità di manutenzione e, in generale, ha una migliore risposta alle sollecitazioni che arrivano dagli agenti atmosferici, la grandine su tutti;
  • gradualità: la discesa dell’acqua avviene in maniera graduale e con una migliore distribuzione a terra, soprattutto in concomitanza con forte piogge e temporali;
  • riutilizzabilità: aspetto da non sottovalutare è la possibilità di mettere in moto un circolo virtuoso che permetterà di convogliare l’acqua recuperata dalla catena all’interno di recipienti di vario tipo. Il flusso terminerà poi col riuso delle acque piovane, utili all’irrigazione del giardino e dell’orto;
  • ideale per villette o case a schiera: è una soluzione che si presta alla perfezione per villette o abitazioni a schiera oppure per andare a drenare le acque che finiscono su tettoie, coperture di parcheggi, gazebi o verande nei pressi di giardini.

Materiali e dimensioni della catena di deflusso

Nelle valutazioni da mettere in campo nella scelta di realizzazione di una catena pluviale è importante definire quali sono i principali materiali utilizzati per realizzare le catene di deflusso. Quelli maggiormente presi in considerazione sono di norma il rame e l’ottone, mentre è da scartare l’ipotesi del ferro, visto che è quello maggiormente soggetto alla ruggine.

Le grondaie in rame (su Opera Lattoneria Roma trovi interessanti approfondimenti) con il passare del tempo e in seguito all’azione degli agenti atmosferici, tenderà ad acquisire un caratteristico color bronzo oro acceso mentre quelle in ottone saranno caratterizzate da un colore bronzo scuro. Nonostante ciò restano entrambe anche belle da vedere seppur segnate dal tempo.

Le dimensioni delle catene pluviali variano a seconda della capacità di acqua che mediamente dovrà scorrere e anche e seconda della pendenza. In ogni caso si dovrà ben calcolare la distanza fra le bocchette di uscita e il ‘tombino’ messo a terra.

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